La paleontologia è materia obbligatoria in un corso di geologia quindi tutti passano da qui. Si scopre che ci sono fossili in giro, in posti anche insospettati.
A qualcuno viene la passione/bramosia di riunirsi in piccoli gruppi per andare a cercarli. Con disprezzo alcuni li chiamano "raccoglioni", si raccoglie tutto, lo si fa per passione, per scoprire. È un modo come un'altro per appassionarsi. Ad un certo punto quasta bramosia dovrebbe attenuarsi perchè dovrebbe sopraggiungere l'etica geologica: non ha senso andare a prendere fossili in giro da tutte le parti senza un fine scientifico, ovvero togliere dei reperti alla possibilità di uno studio fatto bene. Insomma se trovate un dente di t-rex che poi non sapete magari dire da dove lo avete preso, lo avete sottratto alla ricerca e condannato ad essere soltanto un bel soprammobile. Oltretutto ognuno si specializza in qualche branca di geologia e inizia a dedicarsi alla tesi.
A questa fase di raccolta che diciamo sembra tollerata dalla legge, segue lo sviluppo del paleontologo. Oserei fare un distinguo e, secondo il mio vissuto, troverete diverse categorie di paleontologi:

A- I simpatici compagni di corso impegnati sulla tesi magari su qualche bivalve della tale formazione, che magari vi inviteranno anche a fare un giro con loro a vedere per condividere il loro entusiasmo.

Dopo di questo per me c'è il "male" della paleontologia che pervade soprattutto la sfera dei vertebrati. Io vi metto in guardia perchè per il geologo ingenuo il mondo è diverso da come lo immagina.
Io non mi sono specializzato in paleontologia perchè non ne ho avuto l'occasione, però ho un discreto occhio per i fossili ed in più di una occasione, lasciatemelo dire, ho trovato cose interessanti. Se siete come me siete nella condizione peggiore perchè non siete degli specialisti e siete in balia degli specialisti. Ci sono a questo punto due tipi di paleontologi dalla quale guardarsi:

B- Il palentologo in carriera: finto amicone, vi chiede di accompagnarlo nei suoi giri perchè ha capito che ne vale la pena portarvi e poi perchè avete spazio nello zaino. Se lo portate in un posto buono, con dei reperti interessanti, poi voi ingenuamente vi aspettate una collaborazione, ma lui vi schifa perchè lo specialista è lui, quindi la parte maggiore dello studio è suo, dato che ha la conoscenza. In sostanza lui vi dirà: "eh ma te quale contributo dai all'articolo? hai solo indicato il posto...". Insomma la mia filosofia in questo caso è lasciamo che se li cerchino loro i posti oppure mettiamo in chiaro le cose dall'inizio.

C- Il superpaleontologo-curatore del museo. Questo è il vero signore del male (almeno quello che ho conosciuto io), vi adesca con parole suadenti "facciamo un articolo, etc". Lo portate sul posto, raccoglie qualche pezzo e dopo qualche mese trovate le foto dei pezzi che aveva raccolto quel giorno su un articolo dove voi non comparite, oltretutto assegnando i reperti ad un altro posto. Ovviamente io gli ho scritto la mia mail, con velato sdegno, alla quale lui ha risposto con frasi del tipo "tu non sai chi sono io: dopo xx anni nella ricerca so cosa fa bene alla ricerca e cosa no" "cambiare il luogo di provenienza è stata una mossa di depistaggio"... insomma valutate voi. Ecco, adesso avete un'idea per navigare nel campo della paleontologia.

D- In ultimo cito anche il ricettatore di dati, non-palentologo, il quale senza un progetto definito ti dice "sai ci sono degli studenti che stanno analizzando i reperti che avevi trovato. Non è che mi mandi i punti GPS così li mando a cercare altri pezzi", così candidamente. Ho chiesto se c'era in programma qualche collaborazione, tutto è taciuto per un paio di anni. A qual punto sempre per quella storia dell'etica scientifica mi sono convinto a fornire, for free, senza chiedere nulla in cambio, le indicazioni dei posti dove ho trovato i reperti.

Questa è stata la mia esperienza coi paleontologi, quindi state attenti, la paleontologia è un posto dove bisogna stare attenti.